Marino si dimette da sindaco di Roma: “troppe la falle del suo mandato”.

Orfini: "Marino se deve andare. Punto. Cacciatelo". Un urlo di battaglia, reso più cruento dal fallimento dell'ultimo tentativo con le buone. Perché il premier, attraverso i suoi ambasciatori, aveva recapitato questo messaggio al sindaco di Roma, la sera prima: "Se si dimette subito, non infierisco, altrimenti faccio a modo mio. Ma per non infierire si deve dimettere subito". Marino ha chiesto di concordare una via d'uscita onorevole, altrimenti avrebbe resistito a oltranza. Fino alla conta in Campidoglio, anche di fronte alle richieste di dimissioni. È una battaglia campale quella che si combatte su Roma. Con Renzi che, da palazzo Chigi, guida gli assalti. Sente Orfini, manda sms, tiene alto il livello di pressione: "Se ne andrà", ripete ai suoi. Prima le dimissioni degli assessori, poi la mozione di sfiducia, poi l'ipotesi delle dimissioni in blocco dei consiglieri. "Vedrete, mollerà", ripete il premier.

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